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Azioni da non commettere mai con i bambini

azioni da non commettere mai con i bambiniRabbia e / o Aggressività

La rabbia è un’emozione ben conosciuta ma cosa succede quando diventa aggressività e cosa crea quando è diretta sui bambini? Qualunque sia il comportamento dei piccoli, è proprio necessaria e quali sono le conseguenze?

  • Il bambino si sente disorientato, non può comprendere le motivazioni di un atteggiamento violento (ammesso che si possa comprendere!) e prova paura e insicurezza;
  • Apprende un modello di comportamento che “esibirà” in qualsiasi contesto e per qualsiasi motivo (a scuola, con i coetanei, ai giardini) subendo emarginazione e svalutazione;
  • Userà l’aggressività come modello di comunicazione per il proprio disagio anche nella sua vita di adulto creandosi relazioni perdenti e frustranti;
  • Svilupperà conflitti con i genitori e a loro porterà il “conto finale”.
Svalutazione

Spesso gli adulti non danno peso alle parole che usano quando vogliono rimproverare un bambino per un suo comportamento e pensano di ottenere una risposta opposta a quella che si “costruisce” senza riflettere , ciò può provocare:

  • Bassa autostima. Il bambino incomincia a credere di essere inadeguato, di non avere risorse da spendere. Ogni confronto gli creerà ansia se i suoi stessi genitori gli ricordano di essere incapace;
  • In alcuni casi si sentirà di reagire chiedendosi prestazioni eccessive senza prendere pace mai, neppure di fronte ai successi. Penserà di dover emulare modelli genitoriali irraggiungibili e, non raramente, potrà cadere in depressioni infantili, sempre più frequenti.
Umiliazione

Quante volte un adulto non si rende conto che riprendere un bambino in pubblico crea al piccolo un dolore che non può esprimere; uno schiaffo, una sgridata eccessiva, un insulto (sei stupido, sei imbranato, sei il solito), uno strattone lo mettono nella condizione di estrema umiliazione e non sortiscono effetti educativi ma, al contrario, possono sviluppare:

  • Rabbia e aggressività;
  • Senso di tradimento, tradito dal genitore che rende pubbliche le sue difficoltà;
  • Bassa autostima;
  • Apprendimento di un inefficace comportamento sociale;
Mancanza di ascolto

 Un genitore e / o insegnante, spesso, fa i conti con la sua stanchezza ed i problemi quotidiani e non prende coscienza di dare un ascolto sommario ai bisogni di un bambino; li sottovaluta come cose di poca importanza e dilaziona all’infinito le promesse del “dopo” che, raramente, arriva nel momento giusto. Più tardi, in adolescenza, la “chiusura” all’altro è assicurata. Quali i sentimenti che scatena la mancanza di ascolto in un bambino?

  • Sente di non essere importante proprio mentre affronta “problemi” per lui vitali;
  • Sfiducia nel mondo;
  • Desiderio di richiudere dentro sentimenti ed emozioni;
  • Mancanza di empatia che più tardi potrebbe diventare incapacità di dare importanza al prossimo;
Insofferenza

Quanti reagiscono con insofferenza ai capricci di un bambino o alle sue richieste anche sacrosante e quali sono gli strumenti che un piccolo ha per comprendere le difficoltà appartengono agli adulti? Ciò che ne deriva non sono pensieri e ragionamenti ma stati emozionali che vanno in quella “spugna “ emotiva dalla quale sarà difficile far riemergere gli eventi, che fanno male ma, di sicuro, creeranno malessere diffuso (come tutto il resto sopra elencato ) nella vita da adulto.

  • Insofferenza appresa;
  • Difficoltà ad aspettare;
  • Difficoltà nella relazione;
Iperprotezione

azioni da non commettere mai con i bambiniPer molti adulti un bambino non cresce mai ed ha costantemente bisogno di protezione e difesa anche laddove ha le capacità di agire in proprio.
Risolvere i problemi di qualunque tipo, non ultimi quelli con i coetanei, sovrapporsi al piccolo nella ricerca delle soluzioni, creargli dipendenza in ogni azione, farlo sentire inadeguato in ogni contesto può sviluppare:

 

  • Bisogno di continua approvazione;
  • Incapacità di scelte personali;
  • Sentimento profondo di inadeguatezza;
  • Sentimento di inferiorità;
  • Paura di deludere e immobilismo;
  • Difficoltà scolastiche;
  • Regressione infantile e costruzione di personalità immatura;
  • Sintomi psicosomatici (la malattia come alibi: depressione, ansia, attacchi di panico, ecc);

Il panorama può essere molto più vasto ma una cosa che occorre sottolineare è che tutto questo avviene, nella maggior parte dei casi, senza la minima consapevolezza da parte degli adulti che pure amano i bambini. Si potrebbe parlare, piuttosto, di una sorta di “cecità” e “ sordità” psicologica tramandata da generazioni nonostante si siano sperimentati gli stessi “dolori”.

Non si parla di colpa, quindi, ma di errori che aspettano di essere rivisitati con una diversa ottica, quella dell’intelligenza emotiva, che raggiunge vette molto più alte di qualsiasi quoziente intellettivo…

Mettersi “in cammino” vuol dire già essere genitori e adulti sui quali potranno contare le future generazioni.