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Sono Mariangela Piotti, psicologa psicoterapeuta, specializzata in analisi bioenergetica, una psicoterapia a mediazione corporea.
Mi ha sempre affascinato la via della guarigione, intesa in senso ampio, dall’anomalia, al corpo, alle relazioni.
Dopo aver conosciuto il mondo infantile in un’esperienza intensa diretta circa 10 anni in riabilitazione psicomotoria e psicoeducazione genitoriale, ho desiderato aprirmi al mondo della crescita personale e della realizzazione di sè

L’ Analisi Bioenergetica è una psicoterapia a mediazione corporea.

Fondata negli anni cinquanta negli Stati Uniti, da Alexander Lowen, brillante allievo di Wilhem Reich, già allievo di Sigmund Freud.

Lowen parte dalle teorie basandosi infatti sulla tesi dell’identità funzionale tra l’atteggiamento fisico di una persona e la struttura del suo io sottolinea come l’organismo umano funzioni come un tutto ed i versanti psichico e somatico sono solo funzioni apparentemente indipendenti ma di fatto strettamente correlate della funzione energetica globale.

Alexander Lowen, coniò il termine di “bioenergia”, allargò gli scopi del lavoro sul corpo ed introdusse il lavoro bioenergetico a casa. Anziché limitarsi alla sola pressione e manipolazione delle tensioni muscolari croniche, come faceva Reich, fece uso di alcune posizioni di stress che potevano aiutare queste tensioni a rilasciarsi. La prova evidente di questo ammorbidimento delle tensioni era l’insorgere, nei muscoli, di una fine vibrazione. Lowen poté quindi osservare come i blocchi muscolari impedivano il libero scorrere dell’energia. Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompeva l’onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale. Come risultato diminuiva l’apporto di ossigeno ed il livello energetico calava. Questo modo superficiale di respirare è uno dei sistemi che noi usiamo per controllare le nostre emozioni.

E’ di grande importanza la sua osservazione che una persona il cui flusso energetico è bloccato, ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità. Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre il lotta e usi costantemente la forza di volontà per eseguire i compiti quotidiani. Diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere. La vita perde i suoi colori e diventa grigia, tetra.

Concetti di base

Il radicamento (grounding), altro concetto introdotto da Lowen, descrive il contatto energetico con la realtà. Allo scopo di avere un buon contatto energetico, è indispensabile che l’energia scorra liberamente verso quelle parti del corpo che sono a contatto diretto con il mondo esterno: organi di senso, braccia e mani, gambe e piedi, pelle e organi sessuali. Guardiamo un bambino quando piange, quando è arrabbiato o felice, oppure quando vuole qualcosa. Tutto il corpo partecipa in modo armonioso. Di una persona ben radicata si dice che “ha i piedi per terra”. Questa persona sente la connessione fra i suoi piedi ed il terreno sul quale appoggiano.

Appena cominciamo a crescere, di solito facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontra con il rifiuto, la disapprovazione, l’umiliazione, la punizione. Impariamo presto, perciò, a controllare le nostre emozioni, e questo ha delle conseguenze. Blocchiamo permanentemente i muscoli coinvolti in queste espressioni medianti tensioni croniche, che sono inconsce.

I blocchi nella gola e nelle mascelle ci impediscono di piangere o di gridare; ma ci impediscono anche di cantare o di gridare di gioia.

I blocchi nelle spalle e nelle braccia frenano non soltanto il nostro desiderio di aggredire e di colpire, ma anche il nostro desiderio di abbracciare. I blocchi nella vita ci impediscono di piangere e gridare, altrettanto bene di quanto ci limitano il respirare e il sospirare. La contrattura dei muscoli delle gambe e dei piedi blocca la spinta alla ribellione, ma diminuisce anche la nostra capacità di stare in piedi e di essere indipendenti.

Ci sono molti muscoli che uniscono il bacino al tronco e alle gambe, come quelli della parte bassa della schiena, delle natiche, delle cosce, del pavimento pelvico. Tutti questi muscoli sono coinvolti nel controllo della sessualità e delle funzioni escretorie. Le loro tensioni croniche intorpidiscono la nostra sessualità e spesso sono causa di dolori lombari e di stimolo ad urinare frequentemente.

Lowen ha fatto ancora un’altra scoperta, forse la più importante: fintanto che abbiamo l’illusione di poter ottenere, da adulti, quello che ci è mancato da bambini, e che questo ci farà uscire dalla depressione, siamo predestinati a fallire. Nessun amore, nessuna accettazione da parte del terapeuta, o del compagno, ci potrà restituire l’esperienza perduta di essere accettati e amati per quello che eravamo da bambini. Poiché abbiamo permanentemente bloccato alcune inaccettabili autoespressioni non potremo mai fare l’esperienza di essere accettati per quello che siamo. Perché i nostri genitori ci hanno negato il sentirci accettati quando noi eravamo pieni di amore per loro? Questo ci procura una rabbia profonda ed inconscia. Ma è anche una rabbia giustificata.

Allentare questi blocchi non è mai facile. Noi crediamo che essi ci salvino dall’essere abbandonati e dalla terribile solitudine che ne conseguirebbe. Attraverso il lavoro con il corpo possiamo ammorbidire le tensioni e rivivere il desiderio di essere accettati e amati e la tremenda tristezza di aver desiderato invano. Essendo ben radicati ed avendo un corpo pieno di energia possiamo vivere nella nostra realtà adulta e perciò sentire che la ricerca tesa a recuperare quanto perduto da bambini è un’illusione. In terapia questo viene spesso percepito come una scelta fra essere sé stessi – liberi e soli – e tenersi stretti al terapeuta e al suo amore.

Il metodo

Il metodo operativo su cui si basa l’Analisi Bioenergetica comprende una serie di tecniche utilizzabili nella psicoterapia, tali da consentire un approccio non solo sistematico e coerente, ma anche più profondo e completo, alla persona e a i suoi problemi.

Gli interventi in Analisi Bioenergetica sono infatti definibili come interventi complessi, nel senso che prevedono l’analisi del profondo secondo un approccio che procede partendo sia dal versante psichico, sia da quello corporeo: i temi emergenti, infatti, vengono affrontati ed evocati utilizzando sia il canale che, partendo dal piano mentale ed affettivo conduce al coinvolgimento corporeo, sia il canale opposto: ovvero quello che partendo dalla respirazione, dal movimento e dall’espressione corporea permette l’emergere di vissuti emotivi inconsci consentendone quindi anche il recupero e l’elaborazione a livello mentale ed affettivo. In entrambi i casi, comunque, il processo regressivo e il successivo processo di consapevolizzazione, vengono fortemente stimolati e favoriti proprio dal coinvolgimento unitario dell’organismo, ovvero a livello sia psichico che somatico.

Rispetto alla metodologia dell’intervento bisogna sottolineare che l’obiettivo primario è quello di ristabilire il libero movimento dell’energia del corpo, intervenendo in modo mirato sui blocchi energetico / emozionali presenti nel paziente riscontrabili a tre livelli: a livello psichico, a livello emozionale e a livello fisico.

A livello psichico, infatti, l’Io funge da mediatore tra il mondo interno e quello esterno, fra se stessi e gli altri: in questa mediazione è proprio l’Io che controlla l’immagine di se da offrire al mondo esterno, e quali sentimenti e impulsi possono essere espressi. L’interazione tra l’Io e il corpo si attua in un processo dialettico, in cui l’Io plasma il corpo attraverso il controllo che esercita sulla muscolatura volontaria. Come già accennato quando l’espressione di un sentimento non è accettata nel mondo del bambino, questo è costretto ad inibire l’emozione mediante, ad esempio, la contrazione dei muscoli atti all’espressione dell’emozione stessa. Quando tale inibizione è lungamente protratta nel tempo l’Io abbandona il controllo sull’azione proibita e ritira l’energia dall’impulso. Il controllo dell’impulso diventa allora inconscio e il muscolo rimane in questo caso contratto.

In tali casi l’intervento psicoterapeutico mira proprio a risolvere tale tematica inconscia, a livello sia psichico che corporeo: questa complessa combinazione di lavoro sul corpo e lavoro psicoanalitico costituisce l’essenza dell’Analisi Bioenergetica.

Le tensioni muscolari croniche rappresentano la controparte fisica di conflitti psichici, attraverso di esse i conflitti si strutturano nel corpo sotto forma di restrizione del respiro e limitazione della motilità. Si tratta di tensioni che si sviluppano lentamente, attraverso esperienze traumatiche ripetute della prima infanzia, e si cronicizzato diventando parte inconsapevole della struttura corporea e del modo di essere di ognuno. Si perde pertanto del tutto la consapevolezza del loro significato, del perché si siano sviluppate e del come potersene liberare.

Nell’ambito dell’analisi bioenergetica ogni modello di tensione muscolare viene trattato a tre livelli: 1) la sua storia e origine nelle situazioni legate alla prima e seconda infanzia; 2) il suo significato attuale in rapporto al carattere dell’individuo; 3) il suo effetto sul funzionamento corporeo. Solo questa visione olistica può permettere quei cambiamenti della personalità che abbiano un valore duraturo.

Nella terapia il lavoro sugli aspetti fisici si combina sempre con la comprensione analitica del carattere, da cui il nome di Analisi Bioenergetica.

“Per un paziente è altrettanto importante conoscere l’origine dei suoi conflitti quanto lo è acquistare consapevolezza di sé attraverso l’attività corporea. I due approcci devono essere sintonizzati tra loro perché la terapia sia efficace. Tutte le modalità psicoanalitiche e psicoterapeutiche vengono utilizzate nella terapia bioenergetica per favorire la comprensione e l’espressione di se stessi. Questo include l’interpretazione dei sogni e l’elaborazione della situazione di transfert” (Lowen)

Tre tappe caratterizzano il processo terapeutico: 1) La consapevolezza di sé, sentire ogni parte del proprio corpo e i sentimenti che possono sorgere in esso dietro la maschera che ognuno si è costruito; 2) L’espressione di sé, se i sentimenti non trovano espressione vengono repressi e l’individuo perde il contatto con il Sé; 3) La padronanza di sé, l’individuo sa cosa sente, è in contatto con se stesso e sa esprimersi in modo adeguato alla realtà.

Il processo di cambiamento, quindi, coinvolge la persona in tutta la sua unità psicofisica, nella sua esperienza di essere vitale in quanto capace di respirare profondamente, sentire pienamente, ristabilire la naturale mobilità ed espressività dell’organismo, essere in contatto con la realtà del proprio modo di esistere e di rispondere emozionalmente.

Più una persona è emozionalmente disturbata più è lontana dal contatto con il proprio corpo, non è radicata nella propria realtà interna ed esterna, non ha “i piedi per terra”, e, nella misura in cui non è radicata, ha una vita irreale, può crearsi illusioni sul proprio conto, può proiettare i propri problemi sugli altri. Spesso questi aspetti sono molto difficili da scoprire, un individuo “grounded” non cerca di gonfiare il proprio io, non lotta per il potere ma mantiene il legame con la realtà basilare della sua vita, sa chi è e dove è, e può riconoscere e accettare la sua fondamentale debolezza di natura umana.

L’elemento fortemente innovativo che contraddistingue l’analisi bioenergetica è proprio il concetto di “grounding”, la posizione in piedi assunta dal paziente. Il paziente non conoscerà soltanto la posizione sdraiata, funzionale a raggiungere esperienze di tipo regressivo, ma anche il lavoro di indagine psicocorporea sulla sua capacità di stare in piedi e di muoversi nell’ambiente che fa parte della sua attuale condizione adulta di indipendenza e maturità, e ne favorisce quindi lo sviluppo dell’autonomia dell’Io.

E continuando a camminare su questo sentiero ho scoperto l’integrazione tra diverse discipline e la contaminazione tra linguaggi diversi che mi ha molto affascinato.
Per esempio la psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), che studia le relazioni bidirezionali tra psiche e sistemi biologici e permette di avere un quadro completo e integrato dell’individuo, spesso distante dalla parcellizzazione molto presente oggi nella medicina occidentale.
Nella PNEI convergono, all’interno di un unico modello, conoscenze acquisite, a partire dagli anni Trenta del 20° sec., dall’endocrinologia, dall’immunologia e dalle neuroscienze.

Ancora altre integrazioni mi hanno affascinato, le teorie su: psico-corporeo, legame d’attaccamento, intersoggettività, connessione emozioni-sistema nervoso centrale e periferico-cellule corporee, genealogia, medicina tradizionale cinese, medicina ayurvedica, nutraceutica, integrazione, osteopatia, fitofarmacia, meditazione.

Per questo collaboro volentieri con specialisti di altre discipline che contribuiscono ad arricchire la ricerca di una sempre maggiore consapevolezza di sé e del proprio percorso di guarigione.
La tensione verso una reale presa di responsabilità verso sé stessi che ci renda protagonisti del nostro cambiamento e della nostra cura è il filo di cui ci si muove.
Del resto, nessuno meglio di noi dovrebbe sapere ciò che è meglio per

Questa strada alla riconquista del sé e di tutta la propria energia vitale, consente di raggiungere quel senso di auto-efficacia e auto-sostegno necessari per vivere una vita piena.

Nella nostra realtà moderna siamo distanti dal “sentire il corpo”, viviamo piuttosto dissociati, in un mondo che pone l’attenzione sul razionale, il visibile, l’immagine esteriore e “il controllo” degli eventi della vita.

C’è molto lavoro da affrontare per aiutare a sciogliere le tensioni e riportare un equilibrio energetico sano ed attraverso il lavoro terapeutico si arriva a riconoscere ciò che ha causato certe rigidità e il tipo di ferita che c’è all’origine.

Nel sociale e nella collettività sono impegnata soprattutto a livello locale.

Rimanendo nell’ambito della psicologia, del benessere e, più in generale, di sensibilizzazione a scelte sostenibili per l’individuo e il pianeta.

Sono promotrice di una rete territoriale di associazioni, agricoltori e artigiani che si occupano tutti di sostenibilità e benessere individuale, collettivo e ambientale.

La Rete STAR Bene, dove STAR è l’acronimo di Salute, Terra, Ambiente e Relazioni.
La motivazione che fa da motore a tutto questo movimento è la profonda fiducia nei legami territoriali, ognuno nel suo ambito di interesse può collaborare per unire le forze e diventare parte attiva nel processo di rinascita personale e comunitaria.