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PSICOTERAPIA CORPOREA: ANCHE IL CORPO HA LA SUA VOCE

Che cos’è la psicoterapia corporea?
Il termine psicoterapia corporea viene utilizzato per far riferimento ad un approccio psicoterapeutico che utilizza i principi base della psicologia somatica, una parte della medicina e della psicologia clinica che dà spazio alla connessione tra un disturbo somatico e la sua possibile causa di natura psicologica. Fa parte di quei sottocampi della psicologia in cui rientrano le terapie a “orientamento corporeo”, ovvero quelle terapie che comportano un lavoro attivo e diretto sul corpo fisico e nelle quali il terapeuta si avvale di un vasto repertorio di interventi sia di tipo verbale che di tipo fisico. Da un punto di vista teorico si inserisce nel paradigma della “mente incarnata” propria delle scienze cognitive: non è possibile spiegare la cognizione umana solo come funzione del cervello, ma come un’interazione e cooperazione tra corpo e ambiente. L’elaborazione delle informazioni inizia nella periferia sensomotoria.
Nella psicoterapia corporea diversi sono i legami con le tecniche derivanti dal modello bioenergetico. Il corpo è la dimensione originaria dell’esistenza umana e il modo in cui il corpo di ogni persona prende forma nell’interazione con il proprio ambiente è una parte fondamentale della propria forma di esistenza. La maggior parte dell’interazione tra mondo e corpo si realizza inconsapevolmente e costituisce la coscienza preriflessiva corporea, quella parte della mente costituita da un flusso di esperienze diretto che si realizza a livello corporeo e che potrebbe essere definito inconscio corporeo. Vedere il corpo, i comportamenti e le emozioni come intimamente correlati e aventi un ruolo centrale nel condizionare l’esperienza individuale dà la possibilità di agire a livello di tutti i canali affettivi, sensoriali e motori della persona per l’espansione dell’esperienza individuale in modi sempre più differenziati.

I sintomi del malessere psicologico e corporeo come vengono interpretati?

Le malattie e i sintomi diventano un sistema di allarme corporeo che si attiva quando l’organismo non riesce, sia fisicamente che psicologicamente a fronteggiare le situazioni all’interno delle quali vive. Spesso visti in modo esclusivamente negativo, i sintomi possono essere anche guardati da un’altra prospettiva: sono una grande risorsa e occasione perché permettono di rendersi conto che c’è effettivamente qualcosa che non va e possono essere utilizzati per comprendere le cause di quello che sta succedendo. Gran parte della sofferenza psicologica è radicata da danni precoci nello sviluppo, rotture nell’attaccamento e difficoltà nell’autoregolazione emotiva e mentale. Queste ferite sono spesso inaccessibili a semplice riflessione e si presentano come sensazione corporea. Per accedervi i recenti sviluppi della Psicoterapia Corporea combinano l’esperienza di “bodymind” con la sensibilità a processi relazionali e inconsci. La maggior parte dei metodi di psicoterapia corporea utilizza la “percezione corporea” come una possibilità di rendere consci processi mentali inconsci e sconosciuti e il loro focus è orientato verso ciò che accade nel corpo nel momento presente, nell’esperienza attuale. Le terapie corporee si differenziano dalle terapie verbali perché indagano e lavorano sulla “dimensione corporea della psiche” e lo fanno con un lavoro attivo e diretto sul corpo fisico.

Come nasce la psicoterapia corporea?

Il primo accenno ad una psicoterapia corporea si ha con la psicoanalisi e con Sigmund Freud, il quale si è interrogato sul legame tra corpo e psiche e dal quale si è iniziato a delineare la necessità di uno studio dei funzionamenti psichici che tenesse conto anche dei processi corporei. È stato, però, W. Reich a rivoluzionare la visione del legame tra emozioni e corpo. È noto per aver formulato l’ipotesi che la “tensione muscolare” sia il riflesso di emozioni represse, dandole il nome di “armatura corporea” e identificandola con una corazza caratteriale la cui origine non è attribuibile a fantasie inconsce ma a realtà vissute; da lì è nato il suo metodo che, attraverso determinati punti di pressione, permette il rilascio emotivo. È stato uno dei primi e più importanti clinici ad intervenire direttamente sulla dimensione corporea durante la terapia, integrando il lavoro terapeutico “tradizionale” con specifici interventi sul corpo. Il focus viene spostato dalla risoluzione del sintomo nevrotico alla comprensione del funzionamento e delle caratteristiche delle persone.
Esistono numerose branche della psicoterapia corporea che fanno particolare riferimento ai loro fondatori: ad esempio “Analisi bioenergetica” al lavoro di Lowen, la “Core energetica” a quello di Pierrakos; “Psicoterapia organismica” al lavoro di Malcolm e Katherine Brown; “Radix” al lavoro di Chuck Kelley; “Biosintesi” al lavoro di David Boadella; “Rubenfeld Synergy” (Sinergia Rubenfeld) al lavoro di Ilana Rubenfeld; “Psicologia biodinamica” a quello di Gerda Boyesen; “Body Mind Centering” (BMC) al lavoro di Bonnie Bainbridge Cohen e “Body-mind Psychotherapy” a quello di Susan Aposhyan. Tra questi, anche lo sviluppo dell’integrazione posturale ed energetica di Jack Painter secondo una modalità psicoterapeutica.

Perché rivolgersi alla psicoterapia corporea?

Un obiettivo della psicoterapia corporea è cambiare l’altro, non solo mondificandone i pensieri o le risposte a diverse emozioni, ma, attraverso esperienze psico-corporee, lavorare in profondità su un piano corporeo e fisiologico. Vengono integrati aspetti tecnici o fisici, che agiscono sul muscolo o sulla postura, con quelli psicologici ed emotivi, che si ancorano al piano dei vissuti, dei ricordi, delle sensazioni legate a ad un determinato distretto corporeo.
Attraverso il contatto e la modalità sensoriale del “tatto” il terapeuta si mette in relazione con ciò che il paziente gli trasmette a livello empatico e a livello di sensazioni corporee complessive. Ogni fase di questo tipo di terapia e ogni lavoro esperienziale richiede la scelta di una specifica modalità di tocco con la quale il terapeuta entra in contatto con il paziente, modalità che va a modificarsi durante le diverse fasi della terapia. Le caratteristiche della manualità del tocco sono: l’intensità di pressione (forte-leggero), la profondità (profondo-superficiale), la velocità (veloce-lento), l’ampiezza (ampio-puntuale), il rapporto temporale tra contatto e non contatto (continuo-discontinuo), la prensione (quantità di massa corporea che la mano afferra), la mobilità (la possibilità di passare da una modalità di tocco ad un’altra con caratteristiche diverse). A seconda dello scopo, alcune di queste caratteristiche assumono particolare pregnanza. È consigliato applicare tecniche corporee soprattutto con i pazienti che presentano sintomi somatici oltre a chi presenta disturbi affettivi, alimentari, schizofrenici. La psicoterapia corporea va ad agire, in modo univoco, sull’elaborazione emotiva, influenzando la regolazione, il movimento e l’autoconsapevolezza corporea.
Oltre al tocco, in psicoterapia corporea, vengono utilizzate specifiche tecniche espressive, definite “acting”, ovvero specifici movimenti corporei pensati per essere simili a comportamenti primari per attivare determinate sensazioni ed emozioni. La mobilitazione del corpo aiuta ad allentare le tensioni e ammorbidire la muscolatura e questo può favorire l’emersione di emozioni e altri temi più profondi, traumi “intrappolati”, difficilmente raggiungibili con il solo approccio verbale, fungendo da acceleratore per una crescita e un cambiamento.

Psicoterapia corporea e neuroscienze

La psicoterapia corporea offre un approccio clinico che si concentra sulla facilitazione della cooperazione tra tutti i sistemi, supportando così il ruolo integrativo del sistema nervoso. Nel lavoro corporeo, la postura, il movimento, il respiro, l’espressione facciale e il tono della voce forniscono importanti indizi sulla congruenza tra esperienza interiore incarnata e la sua espressione esteriore.
Il cervello è un organo complesso che costruisce l’esperienza da molti canali di input sensoriali, regola le risposte attraverso pensieri ed emozioni e controlla le nostre azioni. Grazie alla sua plasticità si modifica e trasforma attraverso l’esperienza con l’ambiente permettendo all’individuo di affrontare in modo adattivo le sfide provenienti dall’ambiente. I metodi somatici della psicoterapia corporea, grazie al tracciamento sensoriale e al riconoscimento degli impulsi di movimento, aiutano il paziente a sviluppare la capacità di osservare le attività corporee che risiedono ai margini della consapevolezza sensoriale, difficili da esprimere a parole. Permettono di accedere ai collegamenti interattivi – o alla loro mancanza – tra comportamento, affetto, sensazione e cognizione. Lavorare a livello somatico significa non solo comprendere le esperienze elaborate al livello della neocorteccia, ma raggiungere le esperienze elaborate attraverso i centri cerebrali limbici, medi e inferiori.
La psicoterapia corporea sfrutta la plasticità del cervello e del sistema nervoso, stimolando la crescita dendritica e la connettività neurale: la crescita e la connettività dei neuroni sono il meccanismo di base per l’apprendimento e l’adattamento; con il nuovo apprendimento si attiva il processo di neurogenesi e con l’integrazione di nuovi stati dell’essere arriva la ramificazione dei dendriti mentre il cervello modifica le connessioni tra i neuroni esistenti.
Un altro aspetto cruciale nei modelli psico-corporei è l’attenzione alle recenti scoperte delle neuroscienze, in particolar modo alle mappe del funzionamento del Sistema Nervoso rispetto alle emozioni. Di notevole interesse è il ruolo delle due componenti del Sistema Nervoso Autonomo, simpatico e parasimpatico, che regolano le funzioni dell’organismo, nell’influenzare il metabolismo di ogni cellula e la caratterizzazione del ciclo emozionale. Il sistema Simpatico consente l’attivazione e prepara l’organismo a risposte di emergenza, aumentando il battito cardiaco, spostando il sangue verso i muscoli e aumentando il respiro con dispendio di energia. Il parasimpatico consente l’attivazione delle funzioni di riposo e recupero energetico, controbilanciando gli effetti del simpatico, rallentando i battiti cardiaci, spostando il sangue verso il digerente, stimolando la peristalsi e aumentando le secrezioni digestive con recupero di energia. Quando i due sistemi lavorano simultaneamente i loro effetti si sommano, creando il “nodo simpatico/parasimpatico”, che a sua volta genera il “nodo emotivo”. Quando questo non funziona, ovvero quando un sistema predomina sull’altro, si genera malessere nella persona: con il predominio del simpatico si generano emozioni di rabbia, ira, frustrazione, irritabilità e sintomi come agitazione, nervosismo, palpitazioni, insonnia; con il predominio del parasimpatico si generano emozioni di vulnerabilità, senso di ferita e/o di colpa, tristezza e sintomi come depressione, affaticamento etc. A livello terapeutico l’obiettivo è ripristinare l’alternanza armonica tra le due funzioni per ricreare condizioni di benessere e a questo fine le pratiche corporee offrono quadri teorici integrati e neurobiologicamente solidi e applicazioni cliniche.

Conclusioni

La psicoterapia corporea, quindi, non è solo un efficace trattamento psicologico, che genera significativi cambiamenti nella sfera intrapsichica e relazionale dei soggetti, ma apporta anche significativi cambiamenti nell’attività funzionale del cervello e di alcune sue aree. I cambiamenti cerebrali sono correlati al miglioramento sintomatologico di tali soggetti; questi cambiamenti strettamente correlati agli esiti terapeutici sono localizzati in modo particolare nei lobi frontali. La psicoterapia corporea, come gli altri tipi di terapia, offre un’opportunità di apprendimento relazionale e, attraverso l’instaurarsi di una relazione cooperativa e correttiva, agisce sulle sinapsi e si rende responsabile di trasformazioni plastiche, che sono alla base di cambiamenti anche comportamentali ed emotivi. Prestare maggiore attenzione a ciò che il corpo sta cercando di dire e, conseguentemente, l’acquisizione di una maggior consapevolezza, anche corporea, circa la propria postura, il proprio movimento, respirazione e il proprio funzionamento amplia la capacità di controllo delle emozioni negative e il range di scelta nei comportamenti di vita.

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